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Racconti, leggende e ricordi della vita italiana (1856-1857)

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D'Azeglio, Massimo 7 occorrenze

Racconti, leggende e ricordi della vita italiana (1856-1857)

dal luogo della battaglia, s'andò a cena come il solito a un'ora di notte. Poco dopo capitò non so chi, e ci narrò l'accaduto: che Peppe Rosso

Racconti, leggende e ricordi della vita italiana (1856-1857)

maravigliarmene da vecchio dell'umana bontà. Quando penso che ci sono a centinaia uomini che si mettono nelle società segrete, dico che hanno pur ragione

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il libro da scrivere ci sarebbe, e coi fiocchi! Ecco il titolo: Trattato sulla malattia della logica ad uso degli uomini di Stato, delle sétte, de

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. Eppure a casa bisogna tornare. Ci vuol dunque la santa flemma di rifare tutto il lavoro della mattina. Prima ritrovar l'asino: e se si fosse sciolto

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piccola, che la prendeva per la mano e stava tutta mortificata, e sotto ci fece scrivere: Matri magnae - filia grata; e Pasquino pronto disse subito

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, crebbero e caddero alla fine di vecchiaia; senza che l'uomo, nemico di tutto e di tutti, le tribolasse. Un bell'albero! E ci ha da essere al mondo chi

Racconti, leggende e ricordi della vita italiana (1856-1857)

' scrittori fosse feconda, si può dire vuotato. A volere essere letti piú o meno ci ha sempre ad entrare l'amore. Gira rigira, la combinazione è la medesima

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